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La Francia ha pianificato di avviare test per il seppellimento della CO2 all’inizio del 2025, concentrando la priorità su quattro o cinque progetti di stoccaggio della CO2.

Questi progetti si concentreranno principalmente sui vecchi giacimenti petroliferi del Paese o sulle aree alla fine della loro vita. L’obiettivo è sostenere l’industria nel perseguire i suoi obiettivi di decarbonizzazione. Anche se non può vantare il sottosuolo ricco di idrocarburi del Texas, la Francia ha giacimenti petroliferi nella regione parigina e nel bacino dell’Aquitania, che potrebbero essere utilizzati per ospitare la CO2 emessa dalle industrie.

Il Ministro dell’Industria e dell’Energia Roland Lescure presenterà oggi un invito a manifestare interesse, soprattutto per i produttori di idrocarburi, affinché propongano progetti di seppellimento prioritario della CO2 in questi giacimenti. Questa iniziativa segna il lancio della strategia di stoccaggio della Francia e rientra nel lavoro di pianificazione ecologica e di decarbonizzazione del settore.

La cattura e lo stoccaggio del carbonio sono considerati soluzioni cruciali per affrontare il riscaldamento globale, anche se devono essere implementati con attenzione per evitare l’inquinamento. Il piano di decarbonizzazione francese si concentra principalmente sull’efficienza energetica, sull’elettrificazione e su altre misure, con la cattura della CO2 considerata solo come ultima risorsa.

Diversi settori industriali, tra cui produttori di fertilizzanti e di cemento, hanno espresso la necessità di catturare e immagazzinare la CO2 per rispettare le loro schede di marcia di decarbonizzazione. Una volta individuati i potenziali siti di stoccaggio, verrà aperta una fase di valutazione del loro potenziale entro il dicembre di quest’anno.

Questi test, sostenuti da un finanziamento iniziale di circa 20-30 milioni di euro, mirano a verificare l’idoneità dei siti di stoccaggio e a garantire un monitoraggio accurato. La Francia vede questa iniziativa come un’opportunità di riconversione per le aree ancora legate all’industria petrolifera e auspica un dibattito razionale riguardo all’accettabilità dei progetti da parte del pubblico.

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