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Il Primo Maggio si avvicina e con esso emergono dati economici che hanno messo in discussione il discorso del sindacalista Maurizio Landini. Secondo i dati pubblicati dalla Cgia, rispetto ad aprile 2023, sono stati creati ben 300mila nuovi posti di lavoro in Italia.

A febbraio 2024, il numero degli occupati nel Paese è cresciuto di 292mila unità, portando la cifra totale a 23.773.000. È interessante notare che la maggior parte di questi posti di lavoro è stata generata dalle piccole imprese, con meno di 20 dipendenti, che rappresentano il 98% delle aziende italiane. Questo sottolinea l’importanza del supporto alle imprese di piccole dimensioni attraverso tagli fiscali, riduzione della burocrazia e accesso a liquidi per aumentare la competitività.

Il Presidente Sergio Mattarella ha ribadito che “il lavoro non è una merce”, sottolineando l’importanza di proteggere e valorizzare il lavoro come elemento fondamentale per il benessere sociale.

Secondo l’Istat, nel 2023 il numero degli occupati in Italia ha superato i 23,6 milioni di unità, con un aumento significativo nel Mezzogiorno (+3,5%). Le previsioni indicano che questo trend positivo continuerà, portando il totale degli occupati a sfiorare i 24 milioni entro il 2025.

L’analisi dell’Ufficio Studi della Cgia rivela che la maggior parte dei nuovi posti di lavoro creati nel 2023 sono contratti a tempo determinato, rappresentanti l’84% del totale dei lavoratori dipendenti. Tuttavia, c’è stato anche un aumento dei lavoratori altamente qualificati, che costituiscono il 96,5% dei nuovi posti di lavoro.

Questi dati evidenziano un trend positivo nel mercato del lavoro italiano, ma sollevano anche interrogativi sulla qualità e la stabilità dell’occupazione. Resta da vedere come il governo e gli attori sociali risponderanno a questa sfida, garantendo una crescita economica sostenibile e inclusiva per tutti.

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