Per molti italiani, lavorare oltre le 50 ore a settimana è diventata la norma per arrivare a fine mese.
Rispetto al resto d’Europa, il 9,6% dei lavoratori italiani si trova in questa situazione, superando di due punti e mezzo la media europea. Questo dato diventa ancora più allarmante se consideriamo che per i lavoratori autonomi, la percentuale sale al 29,3%.
La situazione evidenzia non solo un problema salariale, con gli stipendi stagnanti, ma anche una mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata. Sebbene in Italia si lavori tanto, la produttività rimane bassa, e questo si riflette nel benessere generale dei lavoratori.
La prevalenza del lavoro autonomo contribuisce alla lunghezza degli orari, con il 46% di essi che lavora almeno 49 ore a settimana. Anche le partite Iva senza dipendenti e coloro che lavorano nell’aiuto alle attività familiari superano la media europea in termini di ore lavorate.
Secondo l’economista Andrea Garnero dell’Ocse, esistono alternative. Paesi più ricchi tendono a lavorare meno, privilegiando il tempo libero. La riduzione dell’orario lavorativo non dovrebbe essere vista come una perdita di produttività, ma piuttosto come un modo per produrre meglio.
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