Israele ha lanciato un assalto su Rafah poche ore dopo l’ordine di evacuazione per migliaia di civili, causando un’escalation che ha bloccato i colloqui di pace. L’esercito israeliano ha giustificato l’attacco accusando Hamas, mentre quest’ultimo ha attribuito la rottura dei negoziati a Israele.

L’ordine di evacuazione ha costretto la popolazione di Rafah, già sfollata in passato, a cercare rifugio in aree dichiarate “umanitarie”, anche se tali zone non sono mai state sicure, essendo spesso bersaglio di attacchi. L’offensiva ha colpito due zone della città, suscitando reazioni di preoccupazione da parte di funzionari di Hamas.

Il bombardamento ha provocato vittime civili e ha reso difficile per i palestinesi sfollati trovare rifugio immediato. L’azione militare di Israele è stata criticata da varie associazioni umanitarie e politici, tra cui il portavoce dell’Unicef e il presidente americano Biden.

La situazione a Rafah è descritta come disperata, con migliaia di persone, tra cui molti bambini, costrette a fuggire da un’area densamente popolata. Save the Children ha espresso preoccupazione per la mancanza di tempo per proteggere i bambini, in violazione del diritto internazionale umanitario che vieta il trasferimento forzato di civili.

Le reazioni internazionali all’attacco israeliano includono l’appello dell’Egitto per evitare ulteriori escalation in un momento critico dei negoziati per una tregua. Il ministro degli Esteri giordano ha condannato l’azione come un “massacro” in preparazione, denunciando la frequenza dei massacri di palestinesi.

Mentre i bombardamenti continuano e si teme un’invasione terrestre imminente, la popolazione di Rafah rimane in pericolo, senza uno spazio sicuro dove fuggire.

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