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Un’imponente manovra di sviluppo, del valore di 75 miliardi di euro, di cui il 40% destinato al Sud, è pronta a cambiare il volto infrastrutturale dell’Italia grazie ai fondi della nuova Coesione europea.

Questa decisione rappresenta una svolta significativa, con un chiaro mandato di spesa vincolato a settori strategici come risorse idriche, protezione dell’ambiente, trasporti sostenibili e sviluppo digitale.

La pubblicazione del nuovo decreto di Coesione sancisce l’Italia come il primo paese a implementare le raccomandazioni della Commissione Europea, confermando il modello italiano come buona pratica europea. Questo successo è il risultato di una scelta politica orchestrata dal governo Meloni, che ha coordinato le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e della Coesione europea.

La nuova governance offre flessibilità nei settori di intervento e mobilita fondi europei per un totale di 75 miliardi entro il 2027, di cui 43 miliardi provenienti dall’Europa. Questo rappresenta un’iniezione di fiducia nell’economia e nelle infrastrutture del Paese, con particolare attenzione al Sud.

Una delle novità più significative è la perequazione infrastrutturale, che garantisce al Sud una quota fissa del 40% delle nuove risorse. Questo taglio netto elimina le promesse vuote del passato e assicura un impegno concreto verso il rilancio delle regioni meridionali.

Inoltre, l’inserimento della clausola dello “stralciamento” impone un cambiamento di mentalità sia ai ministeri che alle regioni, promuovendo una collaborazione più stretta e una pianificazione condivisa degli interventi.

Questa nuova direzione rappresenta una grande opportunità per l’Italia, che finalmente potrà beneficiare di investimenti mirati e strategici per promuovere lo sviluppo e l’equità territoriale.

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