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Vladimir Putin ha dato vita a un’azione tipicamente burocratica ma dai risvolti politici significativi, rimuovendo Sergei Shoigu dal ministero della Difesa dopo 12 anni e nominandolo Segretario del Consiglio di Sicurezza della Russia.

Questa mossa, descritta dalla locuzione latina “Promoveatur ut amoveatur” (promuovere per rimuovere), riflette un gioco di potere sottile ma influente all’interno dell’apparato statale russo.

La sostituzione di Shoigu con Nikolai Patrushev, ex-direttore del Fsb e stretto alleato di Putin, al vertice del Consiglio di Sicurezza, solleva interrogativi sulle motivazioni dietro questo rimpasto. Mentre le speculazioni circolano su un possibile nuovo incarico per Patrushev, l’azione di Putin suggerisce un consolidamento del suo controllo sulla sicurezza nazionale e una redistribuzione delle responsabilità all’interno del governo russo.

Questo movimento potrebbe indicare un’attenzione crescente alle sfide interne ed esterne che minacciano la Russia, come la situazione in Ucraina e le tensioni geopolitiche globali. Inoltre, potrebbe riflettere una strategia di rafforzamento del sostegno politico di Putin, assicurandosi la lealtà dei suoi più fidati collaboratori e mantenendo il controllo su importanti istituzioni statali.

Il rimpasto di Putin va quindi oltre la mera redistribuzione di cariche, suggerendo una mossa strategica per consolidare il suo potere e affrontare le sfide in un contesto geopolitico sempre più complesso.

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