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La tensione tra Cina e Taiwan si è intensificata con l’annuncio da parte della Cina di “misure legali” volte a punire i promotori dell’indipendenza di Taiwan.

Il portavoce dell’Ufficio cinese per gli Affari di Taiwan, Chen Binhua, ha dichiarato che queste misure mirano a contrastare azioni che tentano di dividere il Paese o incitare alla secessione.

L’annuncio giunge poco prima della cerimonia d’insediamento del nuovo presidente eletto di Taiwan, Lai Ching-te, prevista per il 20 maggio. Secondo la Cina, l’indipendenza di Taiwan minaccia la sovranità e la sicurezza del Paese, e Pechino non tollererà le attività delle cosiddette “forze separatiste”.

Il Partito progressista democratico (Dpp), al governo di Taiwan dal 2016, ha sempre respinto le pretese cinesi, ma non esclude un dialogo su basi paritarie per mantenere lo status quo nello Stretto di Taiwan. Tuttavia, i rapporti tra le due sponde sono diventati sempre più tesi, con la Cina che ha aumentato le sue azioni militari vicino a Taiwan.

L’ultimo episodio di tensione è stato causato dall’esercitazione congiunta condotta dalla Marina di Taiwan con quella degli Stati Uniti nel Pacifico occidentale il mese scorso. Questa operazione ha scatenato l’irritazione di Pechino, che rivendica la sua sovranità su Taiwan e considera tali esercitazioni come una provocazione.

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