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Dopo otto anni di scrupolosa ricerca nell’ambito dell’arte rinascimentale, la ricercatrice Amel Olivares solleva un interrogativo sconcertante: Michelangelo Buonarroti avrebbe dipinto un Giudizio Universale su tela?

L’affermazione, anticipata dall’ANSA, ha scatenato un vivace dibattito tra gli esperti del settore.

L’opera in questione, Il Giudizio Universale di Ginevra, conservata nella città svizzera omonima, potrebbe rappresentare un’eccezione nel corpus artistico di Michelangelo. Tuttavia, i dubbi espressi da altri studiosi rispetto a questa attribuzione gettano ombre di incertezza. Carlo Falciani sottolinea che l’assegnazione di un’opera richiede un’analisi diretta, e confronti visivi evidenziano discrepanze nel livello di esecuzione rispetto agli standard dell’artista.

Anche Federico Giannini mette in discussione l’autenticità dell’opera, notando errori di proporzioni e uno stile distante dall’estro michelangiolesco. Le argomentazioni riguardo alla presunta tela di Ginevra come modello per un dipinto di Alessandro Allori vengono altresì contestate, suggerendo piuttosto un’inversione di ruoli.

In conclusione, sebbene il mistero dietro Il Giudizio Universale di Ginevra possa intrigare gli appassionati d’arte, l’attribuzione a Michelangelo rimane un enigma irrisolto. Le divergenze di opinioni tra gli studiosi sottolineano l’importanza di un approccio critico e meticoloso nell’analisi delle opere d’arte.

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