L’Agcom, con la sua recente precisazione sul confronto televisivo tra Meloni e Schlein, ha messo in luce un grave deficit democratico nel nostro sistema politico.
La condizione posta, che tale confronto sia accettato dalla maggioranza dei gruppi parlamentari, evidenzia una prassi che ha soffocato i veri dibattiti politici. È emblematico che l’ultimo confronto diretto tra leader politici risalga al 2006, quando Berlusconi e Prodi si scontrarono. Da allora sono trascorsi 18 anni, durante i quali le vecchie convenzioni hanno prevalso, mantenendo l’immobilismo.
A differenza di quanto avviene in altre democrazie europee come Francia, Germania e Regno Unito, dove il confronto tra i leader politici è una prassi consolidata, in Italia è considerato un evento eccezionale. Questo atteggiamento conservatore ha contribuito a una campagna elettorale piatta e poco coinvolgente. Le critiche mosse verso i confronti televisivi si basano sull’argomento che, nelle elezioni europee, non esistono veri leader di schieramenti e i duelI contribuiscono alla personalizzazione della politica.
Tuttavia, ignorare l’importanza del confronto diretto tra i leader politici potrebbe alimentare l’indifferenza e l’astensionismo crescente degli elettori. Se l’Italia vuole rinvigorire la sua democrazia, è necessario superare le vecchie prudenze e promuovere un dibattito aperto e acceso tra i principali attori politici.
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