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Un pentito rivela dettagli inquietanti sul clan Contini di Napoli. Killer con stipendi da manager, circa 6.000 euro al mese, mostrano l’efficienza e la pericolosità di un’organizzazione criminale che funziona come una vera e propria azienda.

La struttura del clan è complessa, con un’ala militare che controlla il centro cittadino e una parte affaristica che si infiltra nell’economia legale, ripulendo capitali mafiosi e aggredendo aziende sane.

Alfredo De Feo, uno dei pochi collaboratori di giustizia del clan Contini, ha rivelato che i killer non si occupano di estorsioni, ma ricevono stipendi fissi. Questa realtà non è cambiata nel tempo: chi impugna armi per il clan continua a guadagnare dai cinque ai seimila euro al mese. Le indagini del pm anticamorra Ida Teresi hanno confermato questi dettagli, portando a retate nel 2014 e nel 2019 che hanno smascherato l’ala imprenditoriale del clan, attiva nel riciclaggio di denaro nel settore dei carburanti, delle pizzerie e del car sharing.

L’ultima inchiesta, culminata in un blitz la scorsa settimana, ha portato all’arresto di imprenditori, uomini d’affari e forze dell’ordine accusati di favorire il clan Contini. Tra gli arrestati, l’imprenditore Massimiliano Di Caprio, accusato di riciclaggio, che si dichiara innocente. Vincenzo Capozzoli, alias “Enzo a miseria”, ha negato ogni coinvolgimento, così come altri imputati che affermano di non aver avuto legami con i capitali illeciti.

Il ristorante Dal Presidente, coinvolto nell’inchiesta, rappresenta solo una parte della vasta rete del clan Contini. La Procura di Napoli, attraverso oltre ventimila pagine di indagini, cerca di smantellare un sistema criminale che continua a prosperare all’ombra della città.

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