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I grillini si battevano per lui, ora si indignano per il rientro. L’ascesa e la caduta di Chico Forti, dal simbolo di una battaglia politica alla condanna senza appello.

Il Movimento 5 Stelle, un tempo paladino dell’innocenza di Forti, ora lo guarda con sospetto, disconoscendo le proprie lotte passate. Il ritorno in Italia del produttore televisivo condannato per omicidio negli Stati Uniti ha scatenato una reazione a catena di indignazione e revisionismo storico.

Da “errore giudiziario” a “killer spietato”, la narrazione intorno a Forti si è trasformata radicalmente. Persino giornali come Il Fatto Quotidiano, un tempo celebranti del suo ritorno, ora lo dipingono come un assassino, causando dolore alla sua famiglia. Ma le contraddizioni non finiscono qui: mentre il governo di Giorgia Meloni si appropria del successo del rientro di Forti, il passato recente degli esponenti grillini rivela una vicenda più complessa.

L’abolizione della verità e la riscrittura della storia sono i nuovi obiettivi politici. Si cancellano gli abbracci con i Forti, le interrogazioni parlamentari e le iniziative passate. Tuttavia, il legame tra il Movimento 5 Stelle e Chico Forti è stato stretto nel tempo, con difese accese e promesse di sostegno.

Ora, mentre il panorama politico cambia e i ruoli si ribaltano, Chico Forti rimane al centro di un’accesa disputa tra le forze politiche italiane. Ma quale sarà il suo destino finale in questa crociata al contrario?

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