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Giuseppe Delmonte, figlio di Olga Granà, rivive il dolore di aver perso sua madre in circostanze tragiche nel 1997.

Olga Granà fu uccisa dal suo ex marito a colpi d’ascia ad Albizzate, in provincia di Varese. Giuseppe, che aveva solo 19 anni all’epoca, porta avanti oggi la memoria di sua madre attraverso l’associazione “Olga”, che si impegna per promuovere la consapevolezza sui problemi legati alla violenza domestica e al femminicidio.

Il ricordo di quel giorno rimane vivo per Giuseppe, che descrive il matrimonio dei suoi genitori come estremamente violento e segnato da anni di stalking dopo la separazione. Olga aveva denunciato più volte il suo ex marito per minacce di morte, ma al tempo non esisteva una legislazione adeguata per proteggere le donne vittime di violenza domestica.

L’ex marito di Olga è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio, ma per Giuseppe e i suoi fratelli il dolore e il trauma persistono. Anche dopo 22 anni di carcere, Giuseppe ha incontrato suo padre e ha trovato la stessa persona narcisista e insensibile al dolore degli altri che ricordava dall’infanzia.

Dopo l’omicidio, Giuseppe e i suoi fratelli sono stati lasciati senza supporto dalle istituzioni, sia a livello psicologico che economico. È solo negli ultimi anni che leggi specifiche hanno cominciato a proteggere gli orfani di femminicidio, ma Giuseppe ritiene che ci sia ancora molto da fare per migliorare il sistema.

L’associazione “Olga” è nata dalla determinazione di Giuseppe nel portare avanti la memoria di sua madre e nel promuovere la consapevolezza sulla violenza domestica, lavorando con professionisti per portare il tema nelle scuole e sensibilizzare i giovani su questa importante questione.

Giuseppe sottolinea l’importanza di non essere indifferenti di fronte alla violenza domestica, sottolineando che l’indifferenza può essere altrettanto dannosa delle azioni violente stesse.


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