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La transizione verso un’edilizia sostenibile in Italia richiederà un investimento sostanziale, stimato tra gli 800 e i 1000 miliardi di euro, per adeguare il patrimonio immobiliare alle direttive europee sulle cosiddette “case green”.

Secondo un’analisi di Deloitte, oltre l’83% degli edifici residenziali italiani è stato costruito prima del 1990, e più della metà (57%) risale addirittura a prima degli anni ’70, evidenziando l’obsolescenza prevalente del settore.

Con più di 13 milioni di edifici, di cui l’89% ad uso residenziale, l’Italia si confronta con una sfida monumentale. L’analisi rivela che la percentuale di immobili di classe energetica F e G in Italia supera il 60%, un dato notevolmente superiore a quello di altri paesi europei come la Germania, la Spagna e la Francia.

Angela D’Amico, real estate sector leader di Deloitte Italia, sottolinea l’importanza di una strategia oculata: “Il parco immobiliare residenziale italiano rappresenta circa il 55% della ricchezza delle famiglie italiane. È cruciale che la direttiva non diventi un buco nero di risorse, ma un’opportunità per rinnovare e migliorare l’efficienza energetica a livello nazionale.”

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