Aboubakar Soumahoro, figura politica emergente e fondatore dell’associazione “Italia Plurale”, ha recentemente visitato il rapper “Baby Gang”, al secolo Zaccaria Mouhib, nel carcere di Busto Arsizio.
“Baby Gang” è stato condannato per rapina e coinvolto in una sparatoria, eventi che lo hanno portato a una condanna in primo grado a quasi dieci anni complessivi di reclusione.
Durante la visita, Soumahoro ha preso nota delle lagnanze espresse da Mouhib riguardo alle condizioni di vita nel carcere, che il rapper ha descritto come medievali, spingendolo ad avviare uno sciopero della fame. Mouhib ha espresso il suo desiderio di vedere tutelata la libertà di espressione e ha ringraziato Soumahoro per il supporto.
Soumahoro, nel suo intervento, ha evidenziato le problematiche strutturali del carcere, puntando l’attenzione sulla sovrappopolazione e sulla mancanza di personale. Ha sottolineato che oltre la metà dei detenuti sono di origine straniera, il che pone interrogativi sulla giustizia e integrazione sociale in Italia. La sua associazione, Italia Plurale, si propone di lottare contro l’islamofobia e le discriminazioni, difendendo gli sfruttati e gli umiliati.
La visita ha suscitato interrogativi su un possibile futuro politico per “Baby Gang” all’interno di Italia Plurale, soprattutto se dovessero risolversi i suoi problemi con la giustizia. Soumahoro vede nella detenzione una chance per riabilitare e reintegrare i giovani nella società, piuttosto che escluderli ulteriormente. Affrontare queste questioni potrebbe non solo ridefinire le prospettive di “Baby Gang”, ma anche influenzare il successo di Italia Plurale nelle future elezioni.
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