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Dopo sedici anni di pesante silenzio, un testimone chiave, Marco Malnati, ha deciso di parlare nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la giovane donna di Arce tragicamente scomparsa nel 2001.

Durante una recente udienza presso la prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, Malnati ha riferito di aver avuto una conversazione cruciale con il brigadiere Santino Tuzi, che prima di suicidarsi nel 2008, gli confidò di aver visto Serena entrare nella caserma dei carabinieri di Arce e di non averla mai vista uscire.

Queste rivelazioni prendono una piega ancora più drammatica considerando che Tuzi è morto in circostanze misteriose, e Malnati stesso ha espresso di aver avuto paura di rivelare queste informazioni in passato. “Prima non avevo parlato per paura, ma adesso se mi devono ammazzare lo facessero pure…”, ha detto Malnati, mostrando un misto di coraggio e disperazione.

Nel processo sono coinvolti l’ex comandante della caserma, Franco Mottola, la sua famiglia e altri membri dei carabinieri, aggravando il sospetto di un possibile insabbiamento o peggio, di un coinvolgimento diretto nella morte di Serena. Le dichiarazioni di Malnati potrebbero essere decisive per arrivare finalmente alla verità in questo intricato caso che ha ossessionato l’opinione pubblica italiana per oltre due decenni.

Con la requisitoria del pm prevista per il 30 maggio e la sentenza attesa nei primi giorni di luglio, si spera che questo nuovo capitolo possa portare chiarezza e giustizia per Serena e la sua famiglia. Nel frattempo, il contesto di sfiducia nella giustizia espresso da Malnati riflette un sentimento diffuso tra coloro che hanno seguito il caso negli anni, sottolineando la durata e la complessità delle indagini.

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