La giustizia italiana si appresta a vivere una significativa trasformazione con l’introduzione del disegno di legge costituzionale Meloni-Nordio, che mira a riformare profondamente il sistema giudiziario.

Il fulcro di questa riforma è la separazione delle carriere dei magistrati in giudicanti e requirenti, un cambiamento che mira a rafforzare l’indipendenza e l’autonomia della magistratura rispetto agli altri poteri dello Stato.

Un’innovazione rilevante riguarda il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), che sarà sdoppiato in due entità separate per giudicanti e requirenti. Questo dovrebbe eliminare conflitti di interesse e interferenze incrociate nelle carriere dei magistrati. Inoltre, i membri del CSM saranno selezionati tramite sorteggio, una mossa intesa a spezzare il legame tra correnti interni che hanno attirato critiche in passato.

Un’altra importante novità è la creazione dell’Alta Corte, che sostituirà la Sezione disciplinare del CSM. Questo organo indipendente sarà incaricato di gestire le questioni disciplinari, separando così il giudizio sui magistrati dal controllo del CSM, per prevenire possibili bias corporativi.

La riforma mantiene inoltre l’obbligatorietà dell’azione penale, salvaguardando così la percezione di imparzialità nella persecuzione dei crimini, e conferma che l’accesso alla magistratura continuerà ad avvenire tramite concorso pubblico, mantenendo l’alta professionalità richiesta per queste importanti funzioni.

In generale, la riforma Meloni-Nordio rappresenta un tentativo coraggioso e radicale di risolvere antiche problematiche della giustizia italiana, cercando di adeguare il sistema alla modernità e alle attese dei cittadini per un giudizio più equo e distaccato dalla politica.

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