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S.M., trentanovenne di origine serba-kosovara e residente a Trieste, si trova di fronte a una difficile battaglia legale riguardante la sua possibile estradizione in Kosovo, dove è stato condannato nel 2014 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Attualmente imprenditore nel settore edile e padre di cinque figli, S.M. ha radicalmente cambiato vita rispetto al suo passato criminale.

La situazione si complica ulteriormente quando si considera il contesto dei diritti umani in Kosovo, particolarmente per quanto riguarda la minoranza serba a cui appartiene S.M. I suoi avvocati hanno sollevato questioni di discriminazione e mancanza di garanzie sui diritti umani, sottolineando che il Kosovo non ha firmato la Convenzione Europea dei Diritti Umani. Questi elementi sono stati utilizzati per contrastare la richiesta di estradizione, sebbene la Corte d’Appello di Trieste abbia già dato parere favorevole alla stessa.

Il caso è ora nelle mani della Corte di Cassazione, che dovrà decidere entro fine giugno sul destino di S.M., mettendo in luce le complicate dinamiche legali e umane di questa vicenda internazionale.

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