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La rivolta è scoppiata nel carcere di Santa Maria in Capua Vetere nei pressi di Caserta dopo che un permesso ,richiesto dal fratello di Emanuele Nebbia per fargli vista in ospedale dopo l’aggressione da lui subita in un agguato a capodanno, è stato negato.

La mancata risposta del magistrato della sezione Caserta ha fatto alterare tutti coloro che nel carcere conoscevano ed erano vicini alla famiglia Nebbia, la sezione “Volturno” del carcere ha quindi sfruttato il pretesto per iniziare una rivolta carceraria.

Tutto il Terzo Piano è stato barricato impedendo agli agenti di entrare, tutto il piano è passato sotto il controllo dei rivoltosi che hanno cominciato a lanciare oggetti e creare un forte boato con tutto quello che avessero a portata di mano.

La situazione delicata della famiglia Nebbia ha impedito al Magistrato di prendere una decisione in poco tempo, costringendolo ad andare per le lunghe e a causare tali proteste, che comunque si sono sedate nel giro di un’ora.

Tutto il Terzo Piano è rimasto “di fatto” sotto il controllo della Polizia Penitenziaria anche durante le fasi accese della rivolta, i detenuti sono stati sorvegliati a vista e dalle videocamere di sorveglianza.

Una volta che i rivoltosi hanno perso la scossa di adrenalina delle fasi iniziali è stato facile per gli Agenti rompere le barricate e riprendere il controllo del piano senza causare né feriti né scontri tra i detenuti e la penitenziaria.

Le ultime notizia dal Panorama Italiano         Fonte: Il Tempo


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