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Il recente sequestro di 250 milioni di euro a Tim, con una multa salatissima rappresenta uno sviluppo significativo in un’indagine che accusa l’azienda di aver truffato gli utenti tra il 2017 e il 2019, attivando senza consenso servizi a pagamento come giochi, suonerie, meteo, oroscopi e gossip.

Multa a Tim: Questa pratica, secondo gli inquirenti, ha portato a un’enorme quantità di denaro sottratta indebitamente ai consumatori, con Tim che avrebbe beneficiato di metà di questi proventi, mentre il resto era diviso tra società tecnologiche e creatori di contenuti.
L’indagine, condotta dal pm Francesco Cajani e dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, ha messo in luce un sistema complesso di attivazioni illecite gestite attraverso piattaforme tecnologiche, in particolare Engineering e Reply, che sono state anche loro soggette a sequestri. Questo sistema non sarebbe stato possibile senza la complicità, o almeno la consapevolezza, di Tim, che, secondo la Procura di Milano, era al corrente delle attivazioni indebite fin dal 2017.
L’inchiesta ha avuto l’effetto positivo di spingere l’Agcom a modificare le regole del settore nel 2021, costringendo gli operatori telefonici a desistere da queste pratiche commerciali inique. Tuttavia, emerge un quadro preoccupante riguardo alla gestione interna di Tim, con testimonianze che rivelano una situazione di “stallo” e “rimpalli di responsabilità” interni sulla gestione dei rimborsi ai clienti truffati. La società ha dichiarato di aver rimborsato gli utenti per le attivazioni irregolari di cui era a conoscenza tra il 2019 e il 2020, ma le indagini suggeriscono che la tracciabilità e la quantificazione di queste somme restituite rimangono opache.
Questa vicenda solleva questioni fondamentali sulla fiducia tra consumatori e fornitori di servizi e sulla necessità di meccanismi di controllo e trasparenza più efficaci nel settore delle telecomunicazioni. Mentre Tim si impegna a chiarire la propria posizione, rimane evidente l’importanza di una regolamentazione più stringente e di un’attenzione costante alle pratiche commerciali delle grandi aziende, per proteggere i diritti e gli interessi dei consumatori.

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