In un gesto sorprendente, due sculture raffiguranti Rosa Bazzi e Olindo Romano sono apparse nella piazza del Mercato a Erba, provincia di Como. Questa piazza, non lontana dal luogo della tragica strage del 2006 che ha scosso l’Italia intera, è ora teatro di una nuova forma di espressione artistica.

L’autore di queste statue a grandezza naturale è l’artista lecchese Nicolò Tomaini, che ha dichiarato il suo gesto come un “attacco alla società dello spettacolo”. Questo avviene proprio mentre la strage di Erba torna sotto i riflettori, in vista della revisione dell’udienza.

La presenza delle statue evoca ricordi dolorosi e riflessioni profonde sulla natura dell’arte e della memoria. Rosa e Olindo, diventati noti per tragedia, sono ora immortalati in pietra, simboli tangibili di una storia che continua a influenzare la comunità locale e nazionale.

Questa provocazione artistica solleva domande importanti sulla percezione pubblica della tragedia e sul ruolo dell’arte nell’affrontare eventi dolorosi. Mentre la città di Erba si confronta con questa nuova forma di commemorazione, il dibattito sull’arte e la memoria assume una nuova rilevanza.

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