Il generale Roberto Vannacci, ancora indeciso sulla sua candidatura con la Lega alle prossime elezioni europee, lascia intendere la possibilità di fondare un proprio partito. In un’intervista, affronta diverse questioni, dall’omosessualità al razzismo, con frecciate a Giorgia Meloni e Marco Mengoni.

Mentre pondera la sua candidatura indipendente, Vannacci riflette sull’importanza di uomini nuovi in politica, da lui scelti personalmente. Parlando dell’omosessualità, respinge l’idea che sia determinata geneticamente e critica l’eccessiva rappresentazione omosessuale nei media.

Smentendo accuse di razzismo, Vannacci chiarisce che la sua è un’ode alla diversità e non una forma di discriminazione. Tuttavia, punta il dito contro la stagnazione politica italiana, criticando la mancanza di cambiamenti reali nonostante l’alternanza dei leader.

Nel dibattito internazionale, Vannacci esprime riserve sia su Putin che su Biden, preferendo Trump come presidente degli Stati Uniti. Riguardo a Mussolini, Vannacci lo definisce uno statista, sottolineando la complessità del suo giudizio.

Il generale Vannacci, figura controversa, continua a tenere alta l’attenzione su di sé con dichiarazioni che non mancano di suscitare dibattito e polemiche.

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