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In una mossa audace, la Lega ripropone al Senato l’emendamento sul terzo mandato, già bocciato in commissione. Il testo propone una modifica alle norme sull’ineleggibilità, consentendo tre mandati consecutivi per i presidenti di Regioni.

Un colpo che ha scatenato reazioni contrastanti, con Fratelli d’Italia che esprime preoccupazione per le spaccature nel centrodestra. Nel mirino anche un emendamento leghista che esclude il ballottaggio se una coalizione raggiunge il 40% al primo turno nelle elezioni comunali sopra i 15mila abitanti.
Il Carroccio si difende depositando un emendamento che potrebbe ridisegnare il panorama elettorale: il sindaco sarà eletto al primo turno se raggiunge il 40% dei voti validi. La proposta è stata accolta con sdegno dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, che la definisce uno “sfregio alle più basilari regole democratiche”.
Fratelli d’Italia non è da meno, presentando un emendamento che propone di dimezzare il numero di firme necessarie per presentare le liste alle prossime elezioni europee. Nel frattempo, il Partito Democratico cerca di riaprire la partita sul terzo mandato con un ordine del giorno, ma esclude il Decreto Elezioni come strumento adatto.
Le tensioni elettorali si fanno sempre più evidenti, con proposte e reazioni che delineano uno scenario politico complesso e carico di incognite.

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