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La scomparsa di Ferdinando Tascini a Città di Castello segna la fine di un’epoca, portando con sé i ricordi di uno degli eventi più significativi della storia italiana. A 101 anni, Tascini è stato l’ultimo custode vivente di Benito Mussolini, testimone diretto della sua prigionia e liberazione sul Gran Sasso.

Da giovane carabiniere, Tascini ha vissuto il momento storico della cattura del Duce, ricordando con vividezza gli avvenimenti del 12 settembre 1943. La sua testimonianza offre uno sguardo privilegiato su quegli eventi tumultuosi, come l’arrivo dei tedeschi e l’impressionante scenario dell’atterraggio degli alianti.
Le sue parole raccontano non solo la cronaca degli eventi, ma anche le emozioni e le tensioni del momento. In particolare, la curiosità di Mussolini riguardo all’identità degli arrivati, una riflessione che getta luce sulle speranze e le incertezze del periodo.
Il sindaco di Città di Castello e la comunità locale hanno espresso il loro cordoglio alla famiglia di Tascini, riconoscendo il valore dei suoi racconti che hanno arricchito la memoria storica della città.
Con la sua scomparsa, si chiude un capitolo importante della storia italiana, ma i ricordi di Tascini continueranno a vivere attraverso le generazioni, preservando la testimonianza di un’epoca cruciale.

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