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Il processo contro Alessia Pifferi, 38 anni, imputata per l’omicidio volontario pluriaggravato della figlia di 18 mesi, Diana, ha raggiunto un punto cruciale con la testimonianza dello psichiatra forense Elvezio Pirfo.

Pirfo ha evidenziato la presenza di sintomi di “alessitimia” in Pifferi, sottolineando che questa non costituisce automaticamente una malattia ma piuttosto un sintomo. Ha descritto la condizione come se la persona vivesse dietro a un vetro che impedisce il passaggio delle emozioni, evidenziando una mancanza di empatia.
Secondo il perito difensore, il dottor Marco Garbarini, Pifferi mostra una “menomazione del funzionamento” che ha caratterizzato la sua vita, inserendola in una patologia psichiatrica. Tuttavia, il perito nominato dalla corte ha sottolineato che questo non giustifica automaticamente i suoi comportamenti.
Il prossimo sviluppo del processo è atteso per il 12 aprile, quando si terranno le conclusioni delle parti. Pifferi rischia l’ergastolo per l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Nel frattempo, la famiglia di Pifferi è rappresentata dall’avvocato Emanuele De Mitri, mentre la sorella dell’imputata, Viviana Pifferi, ha espresso il suo disappunto per il fatto che nel processo non si discuta più della vittima, Diana, ma delle azioni di Alessia.

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