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Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, apre un fronte di netta contrapposizione con il ministro Nordio riguardo la gestione e l’utilizzo delle intercettazioni nel sistema giudiziario italiano.

Durante un incontro con gli studenti di Biella focalizzato sulla legalità, Gratteri ha manifestato il suo dissenso su quanto espresso dal ministro, soprattutto per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, evidenziando un punto di vista nettamente divergente su una questione cruciale per le indagini penali.
Gratteri, noto per il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata, ha sottolineato l’importanza vitale delle intercettazioni come strumento investigativo per l’accusa, rilevando come il loro costo, stimato in 170 milioni di euro, sia relativamente contenuto se confrontato con il bilancio dello Stato e il valore dei beni di lusso sequestrati annualmente nel Paese. Questa osservazione mira a contestare l’argomento del costo eccessivo delle intercettazioni, spesso citato dai critici.
L’utilizzo del termine “sputtanamento” in Parlamento è stato un altro punto di discordia sollevato da Gratteri, il quale ha contestato l’idea che le intercettazioni possano ledere ingiustamente la sfera privata delle persone. Secondo il procuratore, dal 2015 non si sarebbero verificate fughe di notizie scandalistiche relative alla vita privata sui giornali, suggerendo una gestione più etica e riservata delle intercettazioni da parte delle autorità giudiziarie.
Gratteri propone una linea di condotta che prevede di non trascrivere le intercettazioni irrilevanti per le indagini e che toccano la sfera privata, mentre enfatizza la necessità di rendere pubbliche tutte le informazioni utili per l’accusa. Questo approccio riflette la volontà di bilanciare l’efficacia investigativa con il rispetto della privacy individuale.
Il dibattito sul ruolo e sull’uso delle intercettazioni in Italia si arricchisce così di nuovi spunti, evidenziando una complessa tensione tra la necessità di dotare la giustizia di strumenti efficaci contro la criminalità e l’urgenza di tutelare i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini.

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