Gli Stati Uniti, nonostante le tensioni e le controversie tra Tel Aviv e Washington, hanno annunciato la limitazione degli spostamenti del proprio personale diplomatico in Israele e delle loro famiglie, nel contesto dell’escalation con l’Iran. Il generale americano responsabile del Medio Oriente, Michael Erik Kurilla, è in Israele per discutere con i vertici militari del Paese delle “minacce alla sicurezza nella regione”.

La compagnia aerea tedesca Lufthansa ha annunciato una sospensione più ampia dei suoi voli da e per Teheran, “probabilmente fino a sabato”, in risposta all’aumento delle tensioni tra i due Paesi mediorientali.

L’ayatollah Ali Khamenei, leader supremo dell’Iran, ha minacciato che Israele sarà “punito” dopo l’attacco del primo aprile in Siria, che ha colpito il consolato iraniano a Damasco, causando la morte di 16 persone. In risposta, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha avvertito che Israele risponderà ad ogni attacco dall’Iran con un contrattacco.

Nel frattempo, il capo della diplomazia iraniana, Hossein Amir-Abdollahian, ha parlato della “necessità” che Teheran risponda all’attacco contro il suo consolato a Damasco, cercando di “evitare le tensioni”. La Casa Bianca ha dichiarato di aver “avvertito” l’Iran e il segretario di Stato Antony Blinken ha invitato altre nazioni, tra cui Cina, Turchia e Arabia Saudita, a esercitare pressione su Teheran per evitare un attacco contro Israele.

Mentre la Russia e la Germania hanno chiesto “moderazione” per evitare un’escalation in Medio Oriente, Israele ha accusato Hamas di rifiutare un’offerta molto ragionevole per una tregua. I negoziati per una tregua sono ancora in corso, con Israele che chiede il rilascio degli ostaggi e Hamas che cerca una tregua definitiva e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza.

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