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La presenza dei militari italiani nelle aree di crisi, dal Libano al Golfo Persico, è stata oggetto di discussione durante un’audizione davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, con il generale Francesco Paolo Figliuolo del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) che ha fornito importanti indicazioni in merito.

L’attuale contesto caratterizzato da una diffusa instabilità, accentuata dalla recente crisi in Medio Oriente e nel Mar Rosso, evidenzia come gli effetti delle situazioni di crisi possano avere impatti diretti sull’Italia, anche a livello economico e commerciale.
In particolare, l’impegno italiano nel Mediterraneo Orientale è notevole, con oltre 1100 unità e 400 mezzi terrestri impiegati per la stabilizzazione e lo sviluppo del Libano. Questo impegno include la partecipazione alla Missione UNIFIL e alla missione bilaterale di addestramento delle Forze Armate libanesi denominata MIBIL.
In risposta al conflitto tra Israele e Hamas, l’Italia ha avviato l’operazione “Levante”, che prevede interventi umanitari a favore della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, oltre al supporto per eventuali operazioni di evacuazione di connazionali.
Un altro aspetto importante è l’addestramento delle forze di sicurezza palestinesi, un impegno bilaterale condotto principalmente dall’Arma dei Carabinieri nell’area di Gerico.
La situazione attuale richiede un costante monitoraggio e un’azione coordinata per affrontare le sfide e contribuire alla stabilità regionale.

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