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Il grido d’allarme del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta catalizzando l’attenzione mondiale sulla crisi in Ucraina. Con gli Stati Uniti che stentano a fornire il pacchetto promesso di supporto, gli occhi si volgono verso l’Europa. Qui, l’attenzione non manca, ma l’accelerazione della produzione bellica è fondamentale.

Dopo decenni di relativa stabilità, l’Europa si trova di fronte alla sfida di sostenere una guerra sul proprio territorio, un evento che non si verificava dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. La Nato si era prefissata di destinare il 2% del Pil nazionale alla difesa, ma solo tre membri l’avevano raggiunto fino al 2014. Ora, con l’escalation del conflitto, gli sforzi si intensificano.
Le sette principali aziende del settore stanno registrando un aumento significativo degli ordini, con la tedesca Rheinmetall in testa. Grazie a investimenti massicci, l’azienda è in grado di produrre proiettili d’artiglieria di cui l’Ucraina ha disperatamente bisogno. Anche la svedese Saab e l’italiana Leonardo stanno giocando un ruolo cruciale, con ordini che superano i 300 miliardi di euro.
La spinta verso una produzione bellica più robusta è evidente. Oltre alle aziende citate, altre, come Bae Systems e Nexter, stanno registrando profitti record. Questo sforzo non solo aiuta l’Ucraina, ma rafforza anche la capacità difensiva dell’Europa di fronte a future minacce.

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