Questo valore è oltre cinque volte superiore rispetto alle previsioni del Def 2023. Durante un’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, ha sottolineato che questo aumento delle spese ha influenzato il disavanzo pubblico, che non ha registrato il miglioramento programmato.

La deviazione dagli obiettivi è principalmente attribuibile ai maggiori oneri derivanti dal Superbonus, che hanno rappresentato il 1,9% del Pil.

Nicoletti Altimari ha anche evidenziato che le ripetute revisioni al rialzo delle stime di costo delle misure del passato generano incertezza e che è necessario ottenere informazioni più dettagliate per dissiparla. Ha sottolineato l’importanza dell’attuazione efficace del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per conseguire il quadro di crescita delineato dal governo.

Le proiezioni di Bankitalia indicano una crescita modesta dello 0,6% nel 2024 e poco oltre l’1% nel biennio successivo. Tuttavia, i rischi per la crescita sono orientati al ribasso, a causa dell’incertezza sulla ripresa dell’economia cinese, dell’impatto della restrizione monetaria e del ridimensionamento dei bonus edilizi, in particolare del Superbonus.

Inoltre, l’Istat ha confermato che nel 2023 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è aumentato al 7,4% del Pil, principalmente a causa delle maggiori spese connesse ai crediti di imposta del Superbonus. Stefano Menghinello, direttore della Direzione centrale dell’Istat per l’analisi e la valorizzazione nell’area delle statistiche economiche e per i fabbisogni del Pnrr, ha chiarito che le informazioni sulle spese per il Superbonus sono complete, ma potrebbero subire modifiche dovute alla stabilizzazione dei dati nei prossimi mesi.

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