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Droni dei servizi speciali ucraini hanno lanciato un attacco su due depositi petroliferi nella regione russa di Smolensk, causando un vasto incendio che ha distrutto 26.000 metri cubi di carburante.

Fonti di intelligence hanno confermato che due impianti energetici nella regione occidentale russa sono stati colpiti dalle esplosioni, come riportato dal governatore russo Vasily Anokhin. Le basi Rosneft sarebbero state bersagliate.

Questo non è il primo attacco contro infrastrutture energetiche russe condotto dagli ucraini. Il mese scorso, gli Stati Uniti avevano esortato l’Ucraina a cessare gli attacchi dei droni contro gli impianti energetici russi, temendo possibili rappresaglie e un aumento dei prezzi globali del petrolio.

Negli ultimi mesi, l’Ucraina ha intensificato gli attacchi contro le infrastrutture energetiche russe, colpendo diverse raffinerie di petrolio in varie regioni. Queste azioni hanno inflitto danni finanziari al Cremlino, che nonostante le sanzioni continua a commerciare petrolio e gas con l’Europa. In risposta, Mosca ha attaccato impianti energetici in Ucraina, lasciando diverse città senza elettricità.

Questa escalation di azioni belliche rischia di alimentare ulteriormente le tensioni tra Ucraina e Russia, con gravi conseguenze non solo regionali ma anche globali sulla stabilità economica.

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