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Mirko Alessandrini, il marito di Guerrina Piscaglia, scomparsa misteriosamente nel 2014 e mai più ritrovata, rompe il silenzio, accusando il sacerdote padre Gratien Alabi Kumbayo, noto come Padre Graziano, di aver ucciso sua moglie.

Condannato a 25 anni di carcere, il religioso è stato descritto da Alessandrini come un uomo violento, coinvolto in una relazione morbosa con Guerrina, nonostante frequentasse regolarmente prostitute.

Alessandrini, accompagnato dal suo avvocato, Nicola Detti, esprime il desiderio di poter un giorno pregare sulla tomba di sua moglie, mentre continua a chiedere giustizia. In un processo penale concluso, ma con una causa civile ancora in corso, Alessandrini e il suo legale hanno rivolto le loro richieste di risarcimento verso la Diocesi di Arezzo, sostenendo che essa abbia delle responsabilità per non aver vigilato sul comportamento del sacerdote.

La coppia credeva che la diocesi, insieme all’Ordine dei padri Premostratensi, avesse affidato incarichi liturgici a Padre Gratien nonostante fosse a conoscenza della sua natura e delle sue azioni. Alessandrini sostiene che l’istituzione religiosa dovrebbe essere ritenuta responsabile insieme all’omicida, secondo la giurisprudenza che ha visto casi simili di risarcimento delle vittime di violenza.

Il dolore di Alessandrini è palpabile mentre si sforza di comprendere perché la sua amata moglie è stata strappata via da lui in circostanze così tragiche. Con il processo civile ancora in corso, la ricerca di giustizia continua per lui e per tutti coloro che hanno amato Guerrina Piscaglia.

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