I Comuni italiani intensificano la lotta contro le irregolarità e le frodi legate ai bonus edilizi, ampliando i controlli nei cantieri e prevedendo incassi fino al 50% in caso di sanzioni.

Le amministrazioni locali potrebbero estendere la loro vigilanza non solo al superbonus, ma anche ad altri incentivi come il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche e il bonus facciate.

Attualmente, la commissione finanze del Senato sta esaminando la legge di conversione del nuovo decreto superbonus, con vari emendamenti presentati da diversi partiti. Uno degli emendamenti propone di coinvolgere direttamente i Comuni nei controlli dei cantieri del superbonus, incentivandoli con una quota del 50% delle sanzioni incassate. Tuttavia, si sta valutando l’opportunità di estendere questa competenza anche ad altre agevolazioni edilizie a rischio di violazioni, come il bonus barriere architettoniche e il bonus facciate.

Il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche offre una detrazione Irpef del 75% sulle spese per la rimozione di ostacoli alla mobilità negli edifici fino al 2025. Mentre il bonus facciate, cessato nel 2023, prevedeva detrazioni d’imposta per interventi di recupero o restauro delle facciate esterne degli edifici.

Sebbene sia necessario definire alcuni dettagli, come la percentuale delle sanzioni destinata ai Comuni, questa iniziativa potrebbe incontrare ostacoli dovuti alla limitata capacità degli uffici tecnici delle amministrazioni locali, già sovraccarichi per altri impegni come quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il potenziale impatto di questi controlli è significativo, considerando che solo per il superbonus si prevede l’accesso a oltre 494.000 cantieri. Resta da vedere come si evolverà la situazione nelle prossime settimane, con la necessità di sciogliere alcuni nodi critici.

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