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La notizia della presunta morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi in un incidente in elicottero ha scatenato una serie di reazioni contrastanti nel Paese.

Mentre alcuni esultavano per la notizia, celebrando con fuochi d’artificio e festeggiamenti nelle strade, altri venivano invitati dal leader supremo Ali Khamenei a pregare per la salute delle persone che servono la nazione iraniana.

La popolazione, stufa del regime e delle sue politiche oppressive, ha reagito con sarcasmo e ironia attraverso i social media, commentando l’accaduto con un mix di rabbia e gioia. Mentre Khamenei chiedeva preghiere, molti cittadini inviavano gif animate e commenti sarcastici, mettendo in evidenza la distanza tra il regime e la volontà del popolo.

La figura di Raisi, noto per il suo coinvolgimento nella Commissione della Morte del 1988 e per la sua difesa delle politiche oppressive contro i manifestanti, ha suscitato rancore e disprezzo tra i giovani iraniani. La sua presunta morte è stata accolta con indifferenza da molti, che hanno espresso il desiderio che il regime venga rovesciato.

Nonostante le speculazioni sulla morte di Raisi, il clima di tensione e repressione in Iran rimane intatto. Le esecuzioni continue e la violenza perpetrata dal regime alimentano il dissenso e la volontà di cambiamento tra la popolazione, che continua a sperare in un futuro migliore per il proprio Paese.

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