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L’agenzia di stato iraniana Irna ha attribuito la morte di Ebrahim Raisi a un “guasto tecnico” dell’elicottero che si è schiantato in una regione di confine con l’Azerbaigian.

Tuttavia, la dinamica dell’incidente rimane oscura, alimentando teorie del complotto che coinvolgono anche l’ayatollah Alì Khamenei.

L’elicottero Bell 212 su cui viaggiava Raisi, definito da alcuni come “medievale”, solleva dubbi sulla scelta del velivolo considerando le sue condizioni e l’inadeguatezza all’utilizzo in montagna. La presenza di altri due elicotteri, un Mil-17 russo e un altro Bell, ha sollevato sospetti, poiché non hanno volato affiancando quello del presidente, forse per motivi di sicurezza.

La scoperta dei rottami è avvenuta grazie a un drone turco, ma la mancanza di segnalazioni dai velivoli che stavano con Raisi ha sollevato interrogativi sul perché non abbiano comunicato la zona dell’incidente per agevolare le ricerche. Inoltre, l’elicottero russo, più moderno e robusto, solleva domande sul perché Raisi non sia salito su quello.

Una prospettiva interessante riguarda Khamenei e le sue presunte trame per eliminare un potenziale rivale per il successore designato, il secondo figlio Mojtaba. Con Raisi fuori dal gioco, il campo si restringe, sollevando ulteriori sospetti su una possibile interferenza esterna, come quella del Mossad.

L’incidente dell’elicottero di Raisi rimane avvolto nel mistero, alimentando speculazioni su una possibile trama di intrighi e rivalità politiche nel contesto della successione della Guida Suprema dell’Iran.

*Le ultime notizie in diretta dal Panorama Inter e Intra Nazionale.*


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