Giampiero Gualandi, ex comandante dei vigili urbani di Anzola dell’Emilia, è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere in seguito alla morte di Sofia Stefani, una sua ex collega.

Secondo quanto riportato dall’accusa, Gualandi sarebbe stato “stressato” dalla situazione sentimentale con Stefani, e questo avrebbe influenzato il suo comportamento. Il giudice ha considerato “non credibile” la versione di Gualandi, secondo cui il colpo sarebbe partito accidentalmente.

Le indagini hanno rivelato che Stefani aveva contattato Gualandi almeno 15 volte quel giorno, con l’ultima telefonata avvenuta solo 7 minuti prima dello sparo. I messaggi inviati da Gualandi nei giorni precedenti suggerivano un elevato livello di stress, con frasi come “Non vivo più, non dormo più, non mangio più” e “Sono esausto, me ne vado via senza dire niente a nessuno, non reggo più”.

Secondo l’accusa, Gualandi era “vivendo un dissidio interiore molto forte”, in parte a causa della pressione esercitata da Stefani per riprendere la loro relazione. Questo, insieme alla scoperta della relazione da parte della moglie di Gualandi e del fidanzato di Stefani, avrebbe portato a una situazione di grande tensione emotiva.

La versione di Gualandi, secondo cui il colpo sarebbe partito accidentalmente durante una colluttazione, non è stata ritenuta credibile dal giudice, il quale ha ordinato ulteriori accertamenti balistici e un’indagine più approfondita sui contenuti dei telefoni e dei dispositivi elettronici sequestrati.

La moglie di Gualandi, che era a conoscenza della relazione, ha deciso di non rispondere alle domande dei carabinieri, come previsto dalla legge per i familiari di persone coinvolte in un’indagine penale.

L’inchiesta sull’omicidio di Sofia Stefani continua, con l’obiettivo di chiarire i dettagli circostanziali e determinare le responsabilità di Gualandi nella morte della sua ex collega.