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La tragedia ha colpito ancora il mondo del lavoro, questa volta nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, vicino Avellino, dove Domenico Fatigati, un operaio di 52 anni originario di Acerra, è morto in circostanze strazianti.

L’incidente per cui l’operaio è morto, avvenuto intorno alle 7:50 del mattino, lo ha visto essere schiacciato da un macchinario mentre eseguiva operazioni di manutenzione come dipendente di una ditta esterna nello stabilimento Stellantis.
Questo drammatico evento solleva nuovamente interrogativi sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla necessità di garantire che ogni lavoratore possa tornare a casa sano e salvo al termine della giornata lavorativa.
La morte di Fatigati ha scatenato una forte reazione da parte delle comunità sindacali e dei lavoratori, culminata in uno sciopero proclamato per l’intera giornata del 22 febbraio, evidenziando il crescente bisogno di attenzione alle norme di sicurezza sul lavoro. Questo incidente non è un caso isolato, ma parte di una problematica più ampia che affligge il settore industriale, dove la sicurezza spesso viene compromessa a favore della produzione.
Le indagini in corso mirano a chiarire le dinamiche dell’incidente e a identificare eventuali responsabilità. È fondamentale che tali indagini siano condotte con la massima serietà e trasparenza, al fine di prevenire futuri incidenti e garantire che la sicurezza dei lavoratori sia sempre la priorità assoluta.
Stellantis ha espresso il proprio cordoglio e ha assicurato la sua collaborazione con le autorità giudiziarie, ma è indispensabile che l’intero settore industriale adotti misure più stringenti per la sicurezza sul lavoro. Questo tragico evento deve servire da campanello d’allarme per rafforzare le politiche di sicurezza e prevenzione, perché la perdita di una vita umana è un prezzo troppo alto da pagare.
La morte di Domenico Fatigati richiama l’urgenza di un impegno collettivo per la sicurezza sul lavoro, un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti i lavoratori. È tempo di rivedere e rafforzare le normative di sicurezza, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.

stefanodemartino@gmail.com'

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