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Enrico Mentana, direttore del tg La7, ha affrontato con lucidità le accuse della sinistra riguardanti Tele Meloni, ridimensionando le polemiche e definendo esagerati gli allarmi democratici.

In un’intervista a La Stampa, Mentana ha sottolineato che non vede alcun pericolo per la democrazia in Italia, nonostante lo stato di agitazione alla Rai tra comunicati aspri e imminenti scioperi. La contestazione riguarda la presunta trasformazione del servizio pubblico in uno strumento politico.
Mentana ha chiarito che non vi è nulla di allarmante nel confronto tra il tempo dedicato alla campagna elettorale rispetto al periodo di presenza del governo, sottolineando che nessun sindacato dei giornalisti si era lamentato quando c’era un unico partito di opposizione tre anni fa.
Il direttore del tg La7 ha anche evidenziato che la Rai è un’azienda soggetta al mercato e che le partenze di personaggi come Amadeus e Fabio Fazio sono determinate da dinamiche di mercato, non da pressioni politiche. Ha concluso affermando che la politica ha un ruolo marginale in questi cambiamenti e che è importante affrontare queste questioni con obiettività.
Le parole di Mentana gettano una luce critica sulle accuse della sinistra, smontando le presunte manipolazioni e mettendo in evidenza la complessità delle dinamiche mediatiche e politiche.

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