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Le dinamiche internazionali si infiammano ulteriormente riguardo l’uso delle armi occidentali in Ucraina.

Recentemente, il vice ministro della Difesa polacco, Cezary Tomczyk, ha annunciato che la Polonia permetterà a Kiev di utilizzare le proprie armi sul territorio della Federazione Russa, alimentando le preoccupazioni di un’escalation del conflitto.

Parallelamente, la situazione è aggravata dalle dichiarazioni del presidente Russo, Vladimir Putin, che ha avvertito che l’invio di truppe occidentali in Ucraina potrebbe trasformare il conflitto in un confronto globale. Inoltre, Putin ha lanciato pesanti critiche al segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, insinuando problemi di salute mentale legati al passato di Stoltenberg come primo ministro norvegese.

Dal fronte occidentale, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron hanno ribadito il loro sostegno incondizionato a Kiev, mirando a intensificare l’aiuto militare e finanziario all’Ucraina. Tuttavia, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha escluso l’Italia da un coinvolimento diretto, in contrasto con la linea adottata da altri paesi europei.

Le divisioni si manifestano anche all’interno dell’Unione Europea, dove l’alto rappresentante della politica estera, nonostante il veto di alcuni Stati membri, ha evidenziato che nessun paese sarà forzato a cambiare posizione sull’uso delle armi. Questa situazione continua a dimostrare la complessità e la fragilità dell’accordo internazionale sulla crisi ucraina.

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