By La situazione a Cuba, segnata da manifestazioni imponenti e significative, sottolinea l’acuirsi delle difficoltà economiche e sociali sull’isola. Gli abitanti di Santiago, la seconda città più grande di Cuba, hanno espresso la loro frustrazione per le carenze alimentari e i frequenti blackout elettrici, alcuni dei quali durano oltre 14 ore al giorno.
Queste proteste, che si sono estese in varie parti dell’isola, riflettono una crisi economica profonda, accentuata dalle ripercussioni della pandemia di COVID-19 e, secondo il governo cubano, dall’embargo statunitense in corso. Tuttavia, economisti occidentali attribuiscono le carenze anche alla cattiva gestione da parte del governo comunista cubano.
Il governo cubano, nel tentativo di fronteggiare questa situazione critica, ha chiesto aiuto al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. Nonostante la tradizionale reticenza dei media statali cubani nel riconoscere pubblicamente le proteste, questa volta hanno ammesso gli eventi, incolpando l’embargo statunitense per le difficoltà economiche dell’isola. Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha attribuito i problemi infrastrutturali del paese a ciò che ha descritto come “politici mediocri e terroristi nelle reti” con sede in Florida e altrove, accusandoli di fomentare il caos a Cuba.
Le manifestazioni in Cuba hanno suscitato un’ampia solidarietà tra i cubano-americani a Miami, che si sono radunati per esprimere il loro sostegno ai manifestanti sull’isola.
L’ambasciata statunitense a Cuba, riconoscendo le proteste, ha esortato il governo cubano a rispettare i diritti umani dei manifestanti e a rispondere alle legittime esigenze del popolo cubano. Questi eventi sottolineano non solo la gravità della crisi economica e umanitaria a Cuba ma anche la crescente pressione internazionale affinché il governo cubano adotti misure concrete per migliorare le condizioni di vita della popolazione.
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