(ANSA) Gli scatti del leggendario fotografo americano Steve Schapiro raccontano David Bowie in una mostra a Torino, in anteprima nazionale, dal 1 dicembre al 26 febbraio 2023, all’Archivio di Stato.
L’esposizione: “David Bowie -Steve Schapiro: America. Sogni. Diritti”
propone il momento clou della carriera di Bowie, che a metà degli anni Settanta, riesce a imporsi anche negli Usa. L’album Diamond Dogs, e il relativo tour promozionale in Nord America, anticipano di qualche mese il suo trasferimento a Los Angeles. In tutte le fasi dell’avventura americana di Bowie, Schapiro è presente. Sarà fotografo di scena di “L’Uomo che Cadde Sulla Terra” e autore degli scatti che compaiono sulla copertina sia di Station to Station che di Low. Schapiro, nato a Brooklyn nel 1934, è già uno dei maggiori fotografi dell’epoca nonché tra i più influenti nella storia della cultura popolare americana. Ha testimoniato con la sua i momenti salienti della società americana della seconda metà del Ventesimo secolo. Dall’avvento dei Kennedy passando per l’epopea pop di Andy Warhol e la Factory, dai movimenti per i diritti civili di Martin Luther King Jr. a Mohammed Alì.
Bowie e Schapiro s’incontrano per la prima volta 1974, in un pomeriggio anonimo in uno studio fotografico di Los Angeles. Una delle ragioni di questo servizio era provare diverse idee e personaggi che Bowie avrebbe potuto sviluppare nelle sue performance live o nella sua musica. Il cantante per questo portò con sé dei costumi da provare: la responsabilità di Schapiro fu quella di portare l’immaginazione di David alla luce del sole.
Attraverso la capacità di Schapiro di cogliere l’umanità dei suoi soggetti, il visitatore potrà̀ riscoprire non solo l’aspetto più personale di Bowie, ma anche addentrarsi e respirare il clima culturale in cui creava la sua opera.
Entrambi gli artisti infatti condividevano una particolare sensibilità per i temi sociali dall’epoca, a cominciare dalle lotte per diritti civili degli afroamericani, delle donne e delle persone queer. A cura di Ono arte, la mostra è prodotta da Radar, Extramuseum e Le Nozze di Figaro. (ANSA).
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