By Tragedia a Napoli: Omicidio e suicidio sconvolgono San Giovanni Dopo quasi tre ore di trattative, durante le quali ha minacciato chiunque smuovesse in strada, Pinto si è tolto la vita.
NAPOLI – Una giornata che doveva iniziare come tutte le altre si è trasformata in una tragedia nel quartiere San Giovanni a Teduccio, Napoli a causa di un omicidio suicidio. Pasquale Pinto, ex guardia giurata di 54 anni, ha tagliato la gola alla moglie Ewa Kaminska, 48 anni, di origini polacche, e successivamente ha aperto il fuoco dalla finestra del terzo piano dell’appartamento in via Raffaele Testa.
La famiglia Pinto, composta anche da due figli minori e uno di 18 anni, viveva in un appartamento di edilizia popolare.
La tragedia si è consumata intorno alle 8:30 del mattino, quando Pinto ha portato i figli a scuola. Alcuni vicini hanno sentito urla provenienti dall’appartamento, seguite da spari dalla finestra. Pinto, armato di una pistola calibro 9, ha gridato di aver ucciso la moglie, ma si è difeso dall’accusa di pazzia.
La polizia è intervenuta prontamente con unità specializzate e ha cercato di negoziare con Pinto, che minacciava la vita di chiunque si avvicinasse. Dopo un’intensa trattativa, Pinto ha annunciato telefonicamente di arrendersi, ma poco dopo è scomparso dalla finestra.
Quando la polizia ha fatto irruzione nell’appartamento, ha trovato il corpo senza vita di Ewa, colpita da almeno dieci coltellate, e Pasquale morto in posizione prona.
Nell’appartamento sono stati rinvenuti una cinquantina di proiettili e una pistola calibro 9×21, utilizzata da Pinto durante la sparatoria. La causa della morte di Pasquale Pinto è ancora da determinare, e l’autopsia sarà necessaria per chiarire se si tratta di suicidio o di un’altra causa.
La vita di Pasquale Pinto aveva subito un cambiamento significativo dopo essere stato ferito in servizio, costringendolo a lasciare il lavoro di guardia giurata. Viveva con lavori saltuari e si presume che la precarietà della sua situazione abbia contribuito al tragico evento. La coppia lascia tre figli orfani, affidati ai servizi sociali in attesa del ritorno del maggiore, partito per una crociera con la scuola.
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