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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’Italia rappresenta una pietra miliare strategica nell’ambito della ripresa economica e dello sviluppo sostenibile del paese, ma le opere non partono.

Con una dotazione finanziaria che si attesta a 45,65 miliardi di euro alla fine del 2023, il PNRR doveva porsi al centro delle politiche di investimento sulle opere e di riforma nazionali. Tuttavia, una disamina attenta rivela che l’89% degli investimenti rimane ancora da realizzare, segnalando una sfida imponente per il governo e gli enti locali coinvolti.
Il cuore dell’indagine si concentra sui 26,74 miliardi di euro assorbiti da crediti d’imposta per iniziative come il Superbonus, Industria 4.0, e incentivi alla ricerca e sviluppo, svelando che la spesa effettiva per gli investimenti pubblici si ferma a 18,9 miliardi di euro. Questo dato solleva interrogativi sull’efficacia della gestione e dell’allocazione delle risorse disponibili, considerando che gran parte del finanziamento deve ancora essere canalizzata in progetti infrastrutturali vitali.
Il ministro per il PNRR, Raffaele Fitto, sottolinea una prudenza nella stima delle spese, evidenziando la discrepanza tra la spesa programmata e quella effettivamente registrata. Questo disallineamento suggerisce la necessità di un riesame dei meccanismi di monitoraggio e rendicontazione, in particolare in relazione al sistema Regis, che ha mostrato lacune nella registrazione delle uscite.
Nonostante le sfide, il governo esprime un cauto ottimismo. L’approccio proattivo, che include la fase di progettazione e le gare già superate, sembra preludere a una fase più concreta di realizzazione. Tuttavia, il confronto con le previsioni iniziali del DEF 2021, che stimavano una spesa di 85,9 miliardi di euro, evidenzia un notevole divario da colmare.

stefanodemartino@gmail.com'

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