Terzo Mandato: La premier Giorgia Meloni ha cercato di minimizzare l’episodio, atteggiamento simile è arrivato da una Elly Schlein sempre più lontana dal suo partito,  affermando che la decisione non crea problemi al governo o alla maggioranza e sottolineando che la discussione si è svolta in “massima serenità”. Tuttavia, questa posizione non ha placato le acque agitate sia all’interno della coalizione che tra le opposizioni.

Da un lato, l’iniziativa della Lega, guidata da Matteo Salvini, sembra essere stata un tentativo di consolidare il potere regionale e di rispondere alle aspettative di alcuni governatori di centrodestra, come Giovanni Toti e Luca Zaia, che vedono nel limite del terzo mandato un ostacolo alla loro autonomia e alla possibilità di continuare a contribuire al progresso delle loro regioni.

D’altro canto, anche buona parte del Partito Democratico ha fortemente criticato Elly Schlein per la sua “scarsa tattica politica”, insomma la leader non giuoca sporco, finendo per fare il comodo del Governo. C’è anche da metter in conto che la parte dei politici del PD “amministrativa”, ovvero sindaci e governatori, avrebbe caldamente accolto un sì della Schlein, che invece non è arrivato.

Il rifiuto dell’emendamento, con 16 voti contrari e solo 4 favorevoli, ha evidenziato una spaccatura all’interno del centrodestra, con Fratelli d’Italia (FdI) e Forza Italia (FI) che si sono opposti insieme a partiti di opposizione come il Partito Democratico (PD), Avs e Movimento 5 Stelle (M5S).

Questa situazione ha rivelato non solo le divergenze tra i partiti della coalizione di governo ma ha anche evidenziato che anche all’interno del Pd, massimo partito d’opposizione, le questioni di governance locale e la relazione tra lo stato centrale e le regioni continuano a essere argomenti di caldo dibattito.

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