In diverse università italiane, gli studenti si trovano a pagare tasse superiori a quelle dovute, generando un vero e proprio caos accademico.
Un esempio emblematico è quello dell’Università di Torino, dove il Consiglio di Stato ha ordinato il rimborso di 39 milioni di euro agli iscritti, evidenziando una gestione errata delle tariffe.
Pasquale Scordo, coordinatore dell’Udu a Torino, chiarisce che l’intento non è danneggiare l’Ateneo, bensì garantire la legalità e proteggere i diritti degli studenti. Si chiede al rettore Geuna di ridurre le tasse e procedere tempestivamente con i rimborsi.
Tuttavia, il problema non riguarda solo Torino: diverse altre università italiane sono coinvolte, come Università degli Studi di Brescia, Roma Tre, IUAV di Venezia e molte altre. Secondo fonti riportate dall’Espresso, l’elenco degli atenei coinvolti è lungo e comprende istituzioni rinomate come l’Università di Bologna e il Politecnico di Milano.
Questa situazione mette in evidenza una problematica diffusa nel sistema universitario italiano, richiedendo azioni immediate per garantire trasparenza e equità nell’applicazione delle tasse accademiche.
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