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Secondo il recente rapporto “Esserci – Più giovani più futuro”, pubblicato in vista degli Stati Generali della Natalità, il futuro demografico dell’Italia presenta scenario allarmanti. Entro il 2050, gli anziani potrebbero triplicare i giovani nel Paese, con conseguenze significative sulla società e sull’economia.

L’analisi rivela un significativo declino nella popolazione di donne in età fertile, passata da quasi 14 milioni nel 2011 a circa 11,5 milioni oggi. Questo calo non è solo numerico, ma anche legato a una crescente correlazione tra età e rischio di povertà. Attualmente, una persona su cinque oltre i 55 anni è a rischio povertà, mentre questa percentuale sale a una su tre tra i 16 e i 24 anni.

Le cause di questo declino demografico sono molteplici, con un mercato del lavoro che favorisce i lavoratori più anziani rispetto ai giovani. La mancanza di investimenti nella formazione e nell’istruzione è evidente, con l’Italia che impiega una percentuale inferiore del Pil rispetto ad altri Paesi europei.

Secondo il presidente della Fondazione per la Natalità, Gigi De Palo, la questione non è solo economica o culturale, ma riguarda la libertà delle coppie di decidere se avere figli e delle donne di conciliare maternità e carriera. De Palo sottolinea l’urgenza di un piano strutturale e duraturo per affrontare questa sfida, prendendo esempio da paesi come Francia e Germania.

Il futuro demografico dell’Italia è una questione cruciale che richiede azioni concrete e immediate per garantire la sostenibilità economica e sociale del Paese.

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